mercoledì 26 gennaio 2011

José Batlle Perdomo Teixeira


Perdomo Panini

                                                                 
Dopo quattro tentativi falliti, il Genoa, per tornare nella massima categoria, decide di affidarsi ad un allenatore emergente che ha fatto miracoli a Messina, il “Professore” Franco Scoglio…in due anni ha portato i siculi dalla C1 a sfiorare la Serie A.

scoglio_sfondo

Il Professore, laureato in Pedagogia, è un allenatore con le idee chiare e molto deciso, cura la tattica del suo “Rombo” in modo quasi maniacale e pretende di essere ascoltato con molta attenzione dai suoi giocatori perché:”ormai c'è l'abitudine di fare troppi discorsi “ad minchiam”.

scoglio esultanza
Sei vittorie nelle prime nove partite fanno subito presagire che potrebbe essere veramente l'anno buono, ma il Professore non ha un presagio...ne è certo e dichiara che porterà il Genoa in Serie A con 50 punti.

Il resto della stagione 88/89 è per i Grifoni una cavalcata trionfale, caratterizzata da un'organizzazione di gioco quasi perfetta e da una difesa praticamente insuperabile, guidata dall'ottimo Gianluca Signorini.

Gianluca signorini

Il campionato si conclude il 18 Giugno e l'armata del Professore in cui, oltre a Signorini, spiccano anche Eranio, Ruotolo, Nappi e Fontolan, legittima il primo posto andando a vincere per 1 a 0 sul difficile campo di Barletta; in 38 partite hanno incassato soltanto 13 reti, praticamente un gol ogni 3 partite e chiudono a pari merito con il Bari a 51 punti, uno in più della “profezia” di Scoglio.


 Scoglio ripartisce i meriti della promozione.



Finalmente, dopo cinque anni il Genoa torna in Serie A e dovrà competere con l'Inter dei record, il Milan “olandese” di Sacchi, il Napoli di Maradona e soprattutto con la Samp di Vialli e Mancini...servono rinforzi e il Professore decide di mettersi personalmente, a girare per mezzo mondo, alla ricerca di nuovi talenti per il suo “giocattolo”.


Visiona buona parte dell'Europa e del Sudamerica e alla fine del suo lungo giro, sul suo taccuino, ci sono tre nomi che spiccano più degli altri e sono: Rubén Paz, centrocampista del Racing de Avallaneda, Carlos Alberto “Pato” Aguilera, attaccante del Penarol e un altro centrocampista, anch'esso militante nel Penarol...José Batlle Perdomo Teixeira.


Perdomo, nasce a Salto (Uruguay) il 5 Luglio del 1965. La sua è una vera e propria vita da mediano, infatti dagli esperti sudamericani viene definito come volante central, ovvero colui che ha il compito di distruggere il gioco avversario e reimpostare dalle retrovie. Muove i suoi primi passi da calciatore nella piccola squadra locale di Salto, ma ben presto viene notato dagli osservatori del Penarol e si trasferisce a Montevideo.

Penarol-logo
Il Penarol, squadra del celebre Schiaffino, è reduce da una stagione memorabile, infatti in un solo anno ha vinto Campionato, Coppa Libertadores e Coppa Intercontinentale, quest'ultima alle spese dell’ Aston Villa  battuto per 2 a 0 nell'assordante finale di Tokio; Montevideo è in delirio per i gialloneri e la situazione è perfetta per lanciare qualche nuovo talento, così il giovane José viene trasferito in prima squadra e “inizia a recuperar palloni”.

 La Finale di Tokio del ‘82 che vide trionfare i Gialloneri di Montevideo.

Per due anni, Perdomo e i suoi compagni, non riescono ad alzare nessun trofeo, infatti i campionati successivi vengono vinti dal Nacional e dal Central Espanol; ma poi finalmente, nel 1985, arriva lo scudetto e per José si apre un periodo straordinario; i Gialloneri vincono lo scudetto anche l'anno successivo e nel 1987, più precisamente il 31 Ottobre, a Santiago del Cile, battono per 1 a 0, ai tempi supplementari, i colombiani dell'America de Cali e possono alzare al cielo la Coppa Libertadores.

 A Santiago, Perdomo e compagni, conquistano la Libertadores.

La sequela di vittorie e il “lavoro sui polmoni” svolto da Perdomo incuriosiscono anche il neo Commissario Tecnico della “Celeste” ( la nazionale uruguaiana), Oscar Washington Tabarez, che convoca José per le qualificazioni ai mondiali di Italia 90; ma, il momento straordinario di Perdomo non finisce qui, infatti, come già detto in precedenza, anche Scoglio lo ha notato e lo reputa come l'uomo ideale per fare il vertice basso del suo rombo e per José si aprono le porte del calcio che conta...quello europeo.

oscar_tabarez

Arriva a Genova nell'estate del 1989, insieme agli altri due uruguaiani, Ruben Paz e Pato Aguilera, inoltre i Rossoblù arricchiscono la rosa assicurandosi le prestazioni di Alberto Urban proveniente dal Cosenza, del portiere Simone Braglia in arrivo dal Monza, dell'esperto Fulvio Collovati dalla Roma e del centrocampista Valeriano Fiorin proveniente dal Parma e mentre in tutta l'Italia ascolta Bennato, il Genoa, guidato dal suo “Professore” affila le armi, con l'obiettivo di mantenere la categoria.




La partenza dei liguri è più che buona, infatti raccoglie 8 punti nelle prime 8 giornate (ben oltre la media salvezza nei campionati a 2 punti per vittoria), vince ben 3 scontri diretti (1 a 0 con il Lecce in casa e due belle vittorie esterne sui campi di Cremona e Udine) e pareggia al Marassi con una delle pretendenti al campionato, il Milan di Sacchi.


In tutto questo, Perdomo non c'entra niente, perché le sue prestazioni sono a dir poco raccapriccianti, non combina quasi niente e quando lo fa, son disastri!
In campo è di una lentezza inaudita, il suo famigerato destro latita, il suo estro non da alcun segno di vita e colleziona cartellini a non finire, a causa dei suoi eccessi di “garra” e di nervosismo.
Al Professore vengono chieste spiegazioni e lui difende José a spada tratta dicendo che, anche se è lento di gamba è molto svelto di testa e i suoi sono solo dei normali problemi di ambientamento, una volta superati quelli, tutti si renderanno conto che in quel ruolo, Perdomo è uno dei migliori al mondo.


In effetti, quando Perdomo lascia Genova per disputare le qualificazioni mondiali con la Celeste, le parole di Scoglio sembrano acquistare un senso, ma ogni volta che torna, lo perdono di nuovo; il calcio italiano pare che vada veramente troppo veloce per le sue gambe...e anche per la sua testa.
                Perdomo è il quarto, in piedi, da sinistra.
Uruguay 89

Ma ora c'è un problema in più, a differenza dell'inizio di stagione, i risultati non arrivano e la squadra inizia a navigare in acque molto pericolose.
Si chiude il girone di andata e i Rossoblù sono soltanto ad un punto dal quart'ultimo posto e non vincono da più di due mesi; a questo punto, i tifosi iniziano a spazientirsi e il bersaglio principale delle loro critiche non poteva non essere il “nostro” José. A rincarare la dose ci si mette anche il buon Vujadin Boskov che, in una intervista pre-derby dichiara:”...se sciolgo mio cane in giardino, gioca meglio che Perdomo!”.

BOSKOV

Arriva il derby e il Genoa, rinfrancato dai buoni risultati dell'inizio del girone di ritorno, è convinto di poter vendicare la sconfitta dell'andata...l'ambiente è carico! E anche Perdomo lo è, carico e deciso a smentire il Vuja e a far ricredere i suoi tifosi, lo è tal punto che dopo soli 30 secondi si prende l'ennesimo cartellino giallo per l'ennesimo fallaccio e quello non può essere che l'inizio dell'ennesima prestazione sconfusionata e catastrofica dell'uruguaiano, alla fine i Grifoni riescono ,comunque, ad ottenere un buon punto che, anche se non vendica l'andata, serve come il pane per la causa salvezza.
 Il Derby di andata vede vittoriosi i blucerchiati.

Il Derby di ritorno finisce in parità.

Il campionato prosegue e il Genoa non riesce mai a mettersi a distanza di sicurezza dal quart'ultimo posto e come se non bastassero le pessime prestazioni di Perdomo, che Scoglio continua cocciutamente a schierare e la classifica traballante, sul Genoa si abbatte un'altra tegola, infatti “Pato” Aguilera viene arrestato, per possesso di stupefacenti e incitamento alla prostituzione, all'inizio della settimana che porta all'ultima di campionato, dove i “Grifoni” dovranno affrontare il già retrocesso Ascoli, in una partita in cui la vittoria è d'obbligo.
Aguilera viene rilasciato il giorno prima della partita e sarà fondamentale nella vittoria per 2 a 0 che consegna la salvezza ai Rossoblù, mentre Perdomo anche in quest'ultima partita non perde l'occasione di fornire l'ennesima prestazione scialba e irritante.
Malgrado il suo pessimo campionato Tabarez decide di portare Perdomo a Italia 90, ma sarà un avventura abbastanza breve, infatti dopo aver passato il girone come miglior terza, gli uruguaiani, vengono eliminati agli ottavi da un gol di Schillaci e da uno di Serena e anche in questo caso, Perdomo non si fa certo notare per la qualità delle sue giocate.

 La Celeste viene eliminata dagli Azzurri.

Il Mondiale termina con la vittoria della Germania e Tabarez viene esonerato, di conseguenza, Perdomo perde il posto in nazionale; nel frattempo anche il Genoa decide di cambiare guida tecnica, mettendosi nelle mani dell'esperto Osvaldo Bagnoli e in questo caso, Perdomo, non solo perde il posto di titolare ma viene anche ceduto il più velocemente possibile fra il tripudio e il giubilo dei tifosi.
Migra in Inghilterra e più precisamente al Coventry City, ma anche qui non combina niente di buono, infatti, dopo solo 6 mesi in cui ha a malapena racimolato 4 presenze, viene messo alla porta.

Coventry city_logo
Viene tesserato, nel Gennaio del '90, dal Betis di Siviglia di Julio Cardenosa, colleziona 6 presenze e una rete e viene confermato; ma l'anno successivo non mette mai piede in campo, di conseguenza a fine stagione decide di tornare in Sudamerica.

Betis_Sevilla_logo_svg
Si accorda con gli argentini del Gimnasia La Plata, ma da qui in poi le sue tracce iniziano a perdersi , le sue apparizioni in campo sono sempre più sporadiche e di qualità....beh, lasciamo perdere; a fine stagione, probabilmente affranto dai continui e ripetuti fallimenti e a soli 27 anni, decide di dare l'addio al calcio giocato.

gimnasia la plata logo
Dopo un anno di stop, l'allenatore del Penarol Gregorio Perez, lo convince a tornare nella squadra che lo ha lanciato, ma non c'è niente da fare, malgrado il Penarol vinca il campionato uruguaiano, José rimane per tutto l'anno ai margini della squadra, senza mai dar cenni di “risveglio”, aggiungendo così un'altra inutile appendice alla sua agonizzante carriera degli ultimi anni; a fine stagione arriva il nuovo, inevitabile e stavolta definitivo addio al calcio.


José, si prende un lungo periodo di riflessione e dopo sei anni, nel 2000, decide di lanciarsi nuovamente nella mischia, ma stavolta in veste di allenatore; la prima società a dargli fiducia è il Villa Espanola, club di Montevideo, che è appena tornato in prima divisione.

villa_espanola logo

Perdomo, a soli 35 anni, guida coraggiosamente la sua squadra, ma la rotta è decisamente sbagliata e il Villa Espanola, dopo un solo anno di paradiso, è costretto a tornare immediatamente nel purgatorio della seconda divisione.

uruguay_tacuarembo logo


L'esonero è pressoché fulmineo e José, opta per l'ennesima pausa riflessiva; un anno di riposo e poi via, pronto per una nuova avventura, si accasa al Tacuarembò, squadra di livello minore del panorama uruguaiano, ma anche in questo caso l'avventura è sia breve che tragica e di fronte a quest'ennesima “frittata”, Perdomo, si allontana definitivamente dal mondo del calcio...e forse, questa è la decisione più saggia che abbia mai preso in vita sua.

I Madama Pautasso gli hanno addirittura dedicato una canzone.



CURRICULUM VITAE
José Battle Perdomo Teixeira
Nato a Salto (Uruguay)
il 5 Luglio del 1965
182 cm – 78 Kg

…da giocatore…
1983-1989 Penarol-logo PENAROL ?
1989/90 Genoa Logo GENOA 25(0)
1990 Coventry city_logo COVENTRY CITY 4(0)
1990/91 Betis_Sevilla_logo_svg BETIS SEVILLA 6(1)
1991/92 gimnasia la plata logo GIMNASIA LA PLATA ?
1994 Penarol-logo PENAROL ?

…in nazionale…
1987-1990 uruguay_flag URUGUAY 27(2)

…da allenatore…
2000 villa_espanola logo VILLA ESPANOLA
2002 uruguay_tacuarembo logo TUCUAREMBO